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Come ho iniziato a lavorare in Bending Spoons

Mi chiamo Gianluca, ho 23 anni e mi sento incredibilmente fortunato per aver già trovato e realizzato il mio "Dream Job": lavorare nel Digital Marketing in Bending Spoons.

Mi chiamo Gianluca, ho 23 anni e mi sento incredibilmente fortunato.

Infatti, posso dire di aver già trovato il mio “Dream Job”.
Tuttavia, il percorso per arrivare a questo punto è stato tutt’altro che semplice o lineare.

Se oggi dovessi guardare al me stesso di qualche anno fa, non scommetterei neanche un euro sulle mie possibilità.

Penso per esempio al mio diciottesimo compleanno, passato a ballare con i miei “amici” del paese, ubriaco ancora prima di arrivare in discoteca. In quel periodo la norma era “sopportare” la settimana a scuola, per poi arrivare alla “grande uscita” del week-end. E la ruota ripartiva.

Ma un giorno qualcosa è scattato e le cose sono cambiate non poco.

Ripensare al me di 5 anni fa mi imbarazza – e ancora di più raccontare queste cose pubblicamente – ma oggi non potrei essere una persona più diversa.

Nel mezzo ci sono delle tappe che sembrerebbero non centrare niente l’una con l’altra, ma andiamo con ordine.   

Il mio percorso

Il rapporto con lo studio

Sono sempre stato un “secchione” atipico.

Infatti, nonostante sia sempre andato molto bene a livello di valutazioni, non sono mai stato un amante dello studio per come viene inteso a livello scolastico.

La mia voglia di non dover “perdere tempo” a studiare a casa, mi ha reso un ottimo ascoltatore sin da piccolo, per cui spesso anche solo ascoltare in aula mi bastava per prendere ottimi voti. 

In generale, sono convinto che uno dei problemi più grandi del sistema scolastico sia proprio quello di far odiare lo studio e di uccidere la curiosità personale.

Spesso se un argomento non è incluso nell’esame allora diventa superfluo. Ma in questo modo si insegna a superare i test, non ad imparare.

Quindi, al momento della scelta delle superiori, mentre tutti i professori mi consigliavano di andare ad un liceo scientifico, ho deciso di scegliere in base a quella che era la materia che più mi piaceva in quel periodo: disegno tecnico che, casualmente, era prettamente pratico.  

Quindi decido di non scegliere una scuola in base ai consigli dei più grandi o alla vicinanza a casa – abito in un paese nell’hinterland milanese – ma in base alla mia passione del momento.

Cerco su Google, apro il sito del primo istituto per geometri di Milano che trovo e decido che sarà quello il posto dove andrò per i 5 anni successivi. Una classica scelta ragionata e razionale

Solo dopo ho scoperto che tra le decine di istituti tecnici di Milano, quello era lo stesso che avevano frequentato e in cui si erano conosciuti i miei genitori.

Il mondo non è piccolo, è minuscolo.  

La prima esperienza fuori dalla comfort zone

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Qui “sopravvivo” per 5 anni e mi rendo conto di quanto il sistema educativo sia più focalizzato sulla valutazione che sull’effettiva crescita delle persone. Oltre che ad essere disallineato dal mondo lavorativo.

Infatti per i primi due anni mi ricordo che abbiamo disegnato solo a mano, quando lo standard lavorativo ormai da anni è la progettazione CAD (a computer).

Sono d’accordo che avere anche una base manuale possa solo che aiutare, ma due anni a ripetere le stesse proiezioni ortogonali forse sono un po’ eccessivi.

La cosa che ho trovato più ironica di quel percorso – e qui buttiamola sul ridere per non piangere – è che dal terzo al quinto anno si passa solo al CAD e non si tocca più un foglio da disegno.

Ovviamente, l’esame di maturità va fatto tutto a mano. 8 ore di prova per fare quello che a computer probabilmente ne richiederebbe 2 o 3.

A livello personale invece è stata un’esperienza che mi ha permesso di crescere davvero tanto.

Infatti penso che sia stata la prima volta in cui mi sono ritrovato – non per scelta consapevole – al di fuori della mia comfort zone.

Andare a scuola a Milano mi ha permesso di ampliare la mia visione delle opportunità, mi ha costretto a costruire una cerchia di amici diversa e a gestire meglio il mio tempo – perché l’essere pendolare mi ha sempre messo fretta di recuperare il tempo “perso” nei viaggi quotidiani. 

In più, nell’estate tra il quarto e il quinto anno ho fatto un tirocinio in uno studio di un architetto.

Quell’esperienza mi ha permesso di capire che, nonostante progettare con software di CAD e BIM mi piacesse tantissimo, nella pratica non era il lavoro che avrei voluto fare per tutta la vita.

Quindi si aprì una delle domande più difficile per un ragazzo di quell’età. Lavoro o università? 

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Le scelte più ragionevoli erano due:

  1. Iniziare il tirocinio come geometra per poi dare l’esame di stato e continuare in uno studio o aprire il proprio, sapendo che non mi sarebbe piaciuto (decisamente non allettante);
  2. Proseguire gli studi come architetto (non entusiasmante) o come ingegnere civile (ancora peggio).

Alla fine ho scelto l’università per le migliori prospettive lavorative. 

L’impatto con l’università

Le migliori prospettive lavorative non riguardavano il possibile guadagno, bensì la possibilità di fare qualcosa che mi piacesse.

Scegliere architettura o ingegneria sarebbe stato troppo razionale e lineare, quindi perché non cambiare completamente e andare a fare economia?

Anche in questo caso ho deciso di seguire la passione di quel momento.

La materia che avevo studiato con più piacere l’ultimo anno era proprio economia.

In più, sin da bambino sono stato un piccolo risparmiatore – in famiglia mi chiamano “braccino corto” –  e ho sempre posto attenzione alla tematica della finanza personale.

Nella mia scelta però mi sono svegliato tardi e buona parte delle università aveva già chiuso i test di ammissione.

L’unica università di Milano per cui i test erano ancora aperti era la Bicocca, e così mi sono ritrovato a seguire una laurea triennale in Economia e Marketing.

Sarò sempre grato all’università per avermi deluso. 

Forse avevo troppe aspettative, o forse è stata l’università o il corso sbagliato, ma il primo impatto che ho avuto è stato quello di un’istituzione che fa fatica a rimanere al passo con il progresso in alcuni campi e troppo basata sulla teoria.

Insomma, mi sembrava una replica di quanto avevo vissuto nei 5 anni precedenti. 

Non voglio essere frainteso, penso che la teoria sia importantissima, ma sullo stesso piano metto la pratica. Non riesco a capire come si possa imparare a svolgere un lavoro senza effettivamente sporcarsi le mani, per lo meno con casi ipotetici. 

Inoltre penso che il modo migliore per assimilare e fare proprio ciò che si studia è quello di mettere subito in pratica, magari anche sbagliando e imparando ancora di più grazie a questi errori. 

La ricerca di percorsi alternativi

Questa grande delusione mi ha portato a cercare modi alternativi per formarmi, fare pratica ed imparare già dal primo anno. 

Così ho iniziato a seguire diversi corsi offline sul Marketing Digitale, come quelli di Fastweb Digital Academy, ma anche online, come quelli di Google e Facebook.

In tutto questo però non trovavo un modo per applicare ciò che imparavo.

Non avevo idea di come propormi a piccole aziende e imprenditori, perché non sapevo come dimostrare di saper fare qualcosa.

Così a Novembre 2017, ho deciso di creare una pagina Instagram ed un canale YouTube – Marketing Tips Italia – dove condividere il mio percorso di apprendimento nel mondo del Digital Marketing.

Questa scelta mi ha portato a studiare ancora di più per poter condividere informazioni utili su questi temi, e finalmente mi ha dato la possibilità di sfogare la mia voglia di far pratica e sporcarmi le mani sul campo.

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Nel frattempo mi sono reso conto che l’università mi offriva comunque molte opportunità, tra cui soprattutto la possibilità di conoscere molti altri ragazzi e ragazze in gamba e con voglia di fare.

Il secondo e terzo anno, infatti, ho frequentato veramente poco i corsi, ma ho cercato di cogliere al massimo queste opportunità.

Ad esempio, uscendo nuovamente dalla mia zona di comfort, decidendo di trascorrere 5 mesi del terzo anno in Erasmus in un luogo di cui non conoscevo la lingua – Tenerife – a contatto con un’altra cultura e altre abitudini.

In più, per rendere più facile il tutto ho deciso che sarei voluto essere completamente indipendente, mantenendomi da solo. 

Così, mentre nel week-end molti miei “colleghi” spendevano la borsa di studio e i soldi dei genitori per fare festa, io dividevo il mio tempo tra il guadagnarmi da vivere – con campagne di affiliazione, stesura di articoli e montaggio di video per startup – e il relax – tra spiaggia, hiking e viaggi tra le isole.

Non era così male dopotutto!

Le prime esperienze lavorative

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Trovando l’università troppo poco pratica, per compensare ho cercato di accumulare quante più esperienze lavorative possibili.

Durante il secondo anno, grazie ad un amico di famiglia, ho avuto la possibilità di fare uno stage di 3 mesi in una multinazionale.

L’impatto con una realtà aziendale molto grossa e strutturata mi ha colpito, ma in negativo.

Quello che ho trovato era un ambiente con molta burocrazia e gerarchie, pochi stimoli di crescita, e molte persone che ormai avevano perso la passione per il proprio lavoro. 

Insomma, anche in questo caso le prospettive per la fine degli studi non erano molto entusiasmanti.

Quindi decido di spingere al massimo sul mio Personal Brand, per potermi differenziare e, come viene spesso detto, “iniziare ad attirare il lavoro invece che inseguirlo”.

Ed il lavoro è arrivato proprio quando meno me lo aspettavo.

Una settimana prima di partire per l’Erasmus, partecipo ad un aperitivo di networking di uno YouTuber.

Poco prima di andare via, conosco una ragazza a cui un amico ha fatto vedere le mie pagine social. Guarda caso, questa ragazza sta lanciando un suo progetto e ha bisogno di un Social Media Manager.

Così, il giorno dopo ci rivediamo ed è deciso, dopo l’Erasmus avrei iniziato uno stage di 6 mesi nella sua azienda, sul quale avrei poi fatto la mia tesi. 

Quell’azienda era Mulan Group – il punto di riferimento per il cibo Asiatico ready-to-eat in Italia – e quella ragazza era Giada Zhang, alla quale sarò sempre riconoscente per aver creduto nelle mie potenzialità.

Il 2 Febbraio 2019 ritorno in Italia ed il 4 sono già in ufficio a Cremona.

Già, infatti l’ufficio era a circa un’ora e mezza di auto da casa. Per fortuna lavoravo “solo” 3 giorni in sede, mentre per gli altri 2 ho iniziato la mia esperienza con il lavoro da remoto. 

Quello è stato uno dei periodi in cui sento di essermi arricchito di più, non a livello economico – anche perché il 60% dello stipendio veniva bruciato in benzina e autostrada – ma a livello personale. 

Infatti, in realtà le ore di viaggio erano tra le più produttive, perché sapevo che avrei avuto almeno 9 ore a settimana da dedicare allo studio, tra podcast, audiolibri e registrazioni audio dei miei appunti per gli esami dell’università.

L’incontro con start2impact

Ma quelle non erano le uniche ore che dedicavo alla mia formazione personale. 

Infatti, sul lavoro si presentavano sempre nuovi problemi e ostacoli da superare, che essendo alle prime esperienze non sapevo ancora come affrontare.

In questo percorso mi ha accompagnato start2impact, che avevo scoperto pochi giorni prima di iniziare a lavorare – il 28 gennaio per essere precisi. 

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Avere a disposizione una Community con cui confrontarmi e del materiale verticale sul Digital Marketing da cui poter attingere, è stato sicuramente fondamentale per la mia crescita lavorativa. 

Se hai sbirciato il mio profilo di start2impact, avrai notato che nonostante le numerose certificazioni delle guide teoriche, ho completato solo alcuni dei progetti pratici in piattaforma.

Questo non perché non li ritenga importanti, anzi, i feedback che ho ricevuto mi sono sempre serviti per accelerare il mio apprendimento su quei temi.

In quel periodo, però, avevo già uno “spazio” in cui testare sul campo – e in cui mi potevo permettere anche qualche piccolo errore.

Quindi la mia priorità era quella di applicare ciò che imparavo sul lavoro.

Così, ho macinato una guida teorica dietro l’altra, formarmi su ciò che mi serviva in quel momento specifico – come Facebook Ads, Analisi Dati e Grafica – riportandolo poi nella mia attività quotidiana.  

In più occasioni come gli eventi di start2inspire, in cui la Community è stata “sfidata” a compiere gesti con un forte impatto sociale, ho avuto la possibilità di conoscere e di confrontarmi anche di persona con molti altri membri provenienti da tutta Italia, compresi Super Coach come Gianluca Comandini e Federico Sbandi.

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Con il tempo, gli errori e la pratica, sono passato da Social Media Manager a Digital Strategist.

Così da seguire solo la parte operativa, ho iniziato a gestire e coordinare diversi Freelance e Agenzie esterne che si occupavano di realizzare nel pratico la strategia decisa all’interno. 

Dopo i primi 6 mesi, ho potuto ri-trattare il mio contratto, passando a lavorare solo da remoto – o da un coworking a Milano – e mantenendo lo stesso stipendio, dimezzando però le ore.

In questo modo sono riuscito a liberare anche del tempo per lavorare come Freelance su altri progetti e con altri clienti. 

Ne ho approfittato anche per prendermi una piccola pausa visto che, dopo 6 mesi di lavoro full-time con più di 9 ore di auto settimanali, gli esami in università e la creazione di contenuti per i social, ero molto vicino ad un burnout.

Quando hai dei piani, la vita decide di cambiarli

Questa pausa non è durata molto a lungo.

Infatti, quando pensavo di aver trovato il mio equilibrio e la mia strada (lavorare come consulente freelance di Facebook Ads) inizio ad essere “perseguitato” proprio da delle inserzioni su Facebook e Instagram.

Queste parlavano di First Ascent Business, un evento di tre giorni a Barcellona per 20 giovani interessati a tech, business e marketing.

Attratto dall’opportunità (e dal fatto che fosse tutto spesato) decido di candidarmi!

Nel frattempo, a Settembre 2019 mi ritrovo a dover scegliere un ostello per soggiornare a Los Angeles, dopo aver fatto un tour delle più famose aziende della Silicon Valley (un’altra opportunità colta tramite l’università).

marketing belloni start2impact

Due mesi più tardi, a Barcellona, passo tre giorni incredibili e mi innamoro di Bending Spoons, l’azienda che organizzava l’evento, premiata da Great Place to Work Italia tra i migliori ambienti di lavoro in Europa e a livello italiano è considerata quella che offre le migliori condizioni alle donne e ai giovani.

Così decido di sconvolgere nuovamente i miei piani, mettendo l’apertura della Partita IVA in pausa e candidandomi per il team di Marketing.

Il 2020 è iniziato con due fantastiche notizie:

1. Divento Local Ambassador della Lombardia per start2impact;

2. Vengo preso in Bending Spoons!

Purtroppo pochi mesi dopo è arrivato il coronavirus che si è introdotto senza avvisare nelle vite di tutti e che le ha sconvolte non poco, al quale però non ho voluto permettere di rovinare queste esperienze. 

Fortunatamente con start2impact abbiamo fatto in tempo ad organizzare a una “doppietta” offline a Gennaio, composta da un meetup e da una cena con Gianluca Comandini (Super Coach del Percorso Blockchain).

Nonostante gli ostacoli successivi, non ci siamo arresi e abbiamo organizzato diversi meetup online a Maggio, Giugno e Novembre.

In estate, quando è stato possibile, ovviamente all’aperto e rispettando le norme di sicurezza, ci sono stati due incontri, di cui uno Federico Sbandi (Super Coach del Percorso Digital Marketing).

Personalmente non vedo l’ora di poter tornare ad incontrare di persona tutta la Community!

meetup start2impact belloni marketing

E ora cosa farò? 

Una delle più famose frasi di Steve Jobs è che i puntini si possono unire solo guardandosi indietro.

Beh, io devo ammettere che ancora un collegamento tra tutti i puntini non sono riuscito a trovarlo. 

Però, se c’è una cosa che ho capito del mio percorso è che tutte le più grandi opportunità, le migliori esperienze, i momenti in cui ho imparato di più, sono scaturiti dal conoscere persone incredibili. 

Quindi non posso che affrontare il futuro – e anche questo periodo di incertezze – con la sicurezza di poter contare su due “Tribù” di persone più che incredibili:

  • Bending Spoons, dove poter lavorare “fianco a fianco” su progetti ambiziosi con persone stimolanti e super-preparate (e pure simpatiche!);
  • start2impact, dove poter conoscere ragazzi e ragazze con le mie passioni e con cui potermi confrontare sui temi del digitale e sulle sfide sociali del futuro.


Se anche tu, come Gianluca, vuoi fare Carriera nei Lavori del Futuro, dai un’occhiata ai percorsi offerti da start2impact!


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