Giovanni Perusi, la storia del Growth Marketing Manager di start2impact University

Giovanni Perusi, Growth Marketing Manager di start2impact University, racconta la sua storia, i suoi obiettivi e le scelte che lo hanno portato a diventare parte del team di start2impact University.

Chi sono

Erano i primi anni 2000 quando ho creato il mio primo sito web.

L’intento era sperimentare, capire, provare, affrontare le nuove tecnologie emergenti.

Soprattutto perché internet, già lo si capiva, era l’evoluzione delle biblioteche, uno spazio pubblico in cui avviene una condivisione della conoscenza e del sapere.

Le competenze per scrivere il codice del sito pertanto le ho trovate su html.it, ho aperto la pagina “Guida gratuita di HTML”, ho aperto un Blocco Note ed ho iniziato a scrivere…

<head>…</head> <body>…</body>

Sempre in quegli anni ho scoperto Napster. Il primo vero programma peer 2 peer, dove tra sconosciuti potevamo scambiarci file, musica, film e documenti, condividendo una cartella a scelta del nostro pc.

E non solo, potevamo anche conoscerci! Dialogare, in Napster, era fondamentale se volevi avere la priorità sugli altri utenti per poter scaricare il file che ti interessava. Dovevi venire marchiato come “amico” per avere la precedenza.

Internet era anche un luogo per conoscere nuove persone, per fare comunità.

Non sono un nativo digitale come le generazioni di adesso, ma il digitale mi ha plasmato fin dalla giovane età.

Non ho mai realmente capito bene cosa volessi fare nella vita.

Tanto tempo lo passavo al computer, giocando a SWOS, Football Manager, Quake, la mitica serie della Lucas Arts Monkey Island.

Nell’epoca in cui questi giochi si facevano partire dal DOS, o dal Norton Commander.

Nell’aria della mia stanza gridavano gli Aerosmith, poetizzava De Andrè e rockeggiava Vasco.

Nei miei 20 anni ho vissuto un anno in Australia e Nuova Zelanda con una Working Holiday visa, a lavorare e viaggiare. Vorrei che lo facessero tutti: nulla come esporsi al di fuori del proprio nido apre la mente.

Hiking in Nuova Zelanda. Quando ancora non c’erano capelli bianchi.

Il mondo del lavoro

Tornato in Italia ho conseguito la laurea in Comunicazione, Editoria e Giornalismo.

Narrare, raccontare, risvegliare ricordi, è per me un modo per trovare una connessione con le persone, e questo è stato il corso di laurea che principalmente risuonava con le mie corde.

Ma poi mi chiedevo: “dove andrò a lavorare?”

La laurea è stata per me un attestato da mettere sul curriculum, ma non certo un percorso formativo finalizzato ad un obiettivo da raggiungere.

Negli anni a seguire, nei vari esperimenti che facevo sul web che ormai era diventato 2.0 ho scoperto Google AdWords, una piattaforma innovativa che intercettava le richieste degli utenti nel motore di ricerca Google per mostrare annunci.

Fu per me una rivelazione.

Ho aperto un account, ci ho giocato, ho sperimentato, e ho fatto miei alcuni concetti che mi hanno permesso, nel mio primo stage lavorativo, di aggiungere un tassello di competenza al mio curriculum.

Sono cresciuto professionalmente in ogni nuova esperienza lavorativa, ma soprattutto nelle prove e nei test che facevo a casa davanti al PC, dopo aver sviluppato idee con i miei amici o con mio fratello, tutti esperimenti che avrebbero avuto come risultato finale una nostra foto da Dubai con dietro una Lamborghini nuova di zecca (come tanti guru che si vedono online).

Si contano sulle dita di più mani le volte che ho “fallito”, e credetemi, sono sincero quando vi dico che ne sono grato.

Se non avessi provato, e non avessi sbagliato, non avrei mai sviluppato quel bagaglio di competenze trasversali che mi ha permesso di non fermarmi di fronte ai problemi.

Credo fermamente che lavorare significhi “risolvere problemi”. C’è da creare una nuova attività a supporto di quel progetto, come si fa? Quali sono i passaggi che mi permettono di arrivare ad una soluzione? Chi devo fare interagire e cosa posso fare da solo? Di quali strumenti ho bisogno? Quanto tempo devo dedicarci?

È impensabile pensare di intraprendere una carriera lavorativa sicuri di conoscere quel settore e le attività correlate al 100%.

Ogni realtà ha il suo modo di ragionare, il suo target, le sue peculiarità, e ciascuna di loro porta con sé un bagaglio di conoscenza inestimabile per chi sa ascoltare e per chi non ha paura di apprendere e di trovarsi di fronte problemi da risolvere.

È risaputo che il 90% delle massime attribuite ad Einstein, non sono sue.

Come ho conosciuto start2impact University

Vedo un annuncio su LinkedIn di start2impact University nel 2021, stavano cercando un Coach, un professionista che correggesse i progetti degli studenti.

Avendo fatto il formatore per qualche anno in passato, la proposta mi ha attirato, e seppure in quel momento non volessi allontanarmi dall’agenzia in cui lavoravo, la missione e la visione di start2impact University mi si sono incollate addosso.

Due cose in particolare hanno tenuto la mia attenzione legata a questa azienda:

1. Sono diventato papà.

“Quando nasce un figlio, nasce anche un genitore”

Anche le mie prospettive lavorative sono mutate: con una responsabilità così grande tra le mani, anche dal punto di vista etico e morale il lavoro non doveva più essere una necessità, ma un’opportunità per lasciare un segno, per fare del bene.

Ho sentito in cuor mio la necessità trovare il modo di mettere le mie competenze, le mie conoscenze e la mia voglia di imparare a disposizione di uno scopo, un fine che aiuti le persone a stare meglio, che aiuti le aziende a lavorare più serenamente, che sia di beneficio al prossimo.

2. La mia passione per l’astronomia.

Il 14 Febbraio 1990 la missione della sonda NASA Voyager, in viaggio per uscire dal nostro Sistema Solare, si è girata per guardare la Terra, ed ha scattato una fotografia.

Voyager si trovava oltre l’orbita di Nettuno, quindi era sì distante ma anche incredibilmente vicina rispetto alle incommensurabili distanze dello spazio.

La Terra, qui raffigurata, appare proprio come “un granello di polvere sospeso in un raggio di sole”.

Casa.

Siamo esseri minuscoli in un pixel di cielo, per quello che ne sappiamo siamo una rarità.

Credo che sia nostro dovere fare in modo che la nostra vita abbia uno scopo, un senso, che ognuno di noi si dia forza per trovare il suo demone per raggiungere la felicità.

La Musica e i Libri

Non dimenticherò mai un avvenimento della mia giovinezza: alle elementari ci avevano insegnato la canzone “When the saints go marching in” e io, da bravo studente, l’avevo imparata a memoria. Molti anni dopo, in un noioso martedì pomeriggio, l’ho ricantata nella mia mente e… capivo le parole!

Imparare l’inglese mi ha aperto tante porte, mi ha aiutato a dimostrare competenza sul lavoro e mi ha permesso di cavarmela in ogni viaggio che ho fatto con la mia compagna Marianna ovunque nel mondo, dal Messico al Myanmar.

E mi ha permesso di capire i testi delle canzoni, mostrandomi un lato della musica spettacolare, non limitato alla melodia.

Non c’è musica che non mi coinvolga, adoro i testi dei Pink Floyd e di Chuck Berry, mi rilassano le tonalità di De Andrè e la scrittura di Guccini, mi lascio trasportare dal Rigoletto di Giuseppe Verdi e dalla musica reggae di Desmond Dekker.

Se dovessi scegliere ora, Ottobre 2023, una canzone che mi tormenta è Money, dell’album The Dark Side of the Moon Redux.

Il Piccolo Principe è una storia che porto sempre con me, alcuni passaggi li conosco a memoria.

Il Signore degli Anelli è stato un viaggio realmente emozionante, l’unico libro che sia persino riuscito a farmi tremare durante la lettura.

“Ma allora, che cosa ci guadagni?”

Obiettivi Personali

Voglio essere una persona serena, vivere appieno la mia famiglia e vedere i miei figli crescere.

Voglio continuare a guardare verso l’alto, e non sentirmi una nullità, ma un protagonista.

Voglio continuare ad alzarmi la mattina consapevole della possibilità di fare la differenza, di fare del bene, nell’adesso e nel domani.

Obiettivi Professionali

Voglio continuare ad esplorare terreni che non conosco, testare nuove strategie ed analizzare i dati.

Il mio computer ha più file Excel che file di sistema ormai.

Voglio dare più peso alla mia formazione a T, includendo nel mio percorso qualche competenza di sviluppo e programmazione, più competenze di Data Analysis, oltre a qualsiasi cosa che si riesca a fare con i LLM.

Voglio continuare ad imparare dalle persone che mi stanno vicino, seguendo una semplice e potente regola: “Presumi che la persona che stai ascoltando sa qualcosa che tu non sai”.

Poter lavorare sapendo che le mie attività aiutano a formare, professionalmente e moralmente le nuove generazioni di ragazzi, mi dà la forza di affrontare nuove sfide.

Mi sento molto fortunato, perché posso esplorare, formarmi e lavorare con i colleghi di start2impact University, per crescere assieme.