diventare web developer
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Ecco come ho superato la timidezza e sono diventata Web Developer

A 12 anni sedevo nell’ultimo banco cercando di nascondermi dagli sguardi degli insegnanti. Oggi lavoro come Web Developer per una startup!

A 12 anni sedevo nell’ultimo banco della classe della mia scuola media cercando di nascondermi dagli sguardi degli insegnanti. 

Proprio in quel periodo ho trovato nella biblioteca di casa mia un libro: Crypto di Dan Brown

Ho iniziato a leggerlo, parlava di un supercomputer che veniva sfidato da un hacker decisamente difficile da trovare! 

Quella lettura è stata per me la chiave di un mondo bellissimo e affascinante: l’informatica. 

Ecco la mia strada per diventare Web Developer!

Come tutto è cominciato  

diventare web developer

Grazie a quella storia decisi che da grande avrei fatto l’hacker e ho cominciato subito a darmi da fare studiando su un forum di hacking etico.

Oggi i miei obiettivi di vita sono decisamente diversi dalla me dodicenne, ma sono grata a quel periodo di studio in cui cercavo di scovare nei meandri di internet i segreti per penetrare i sistemi più sicuri. 

Dalle mie ricerche ho imparato le basi della programmazione e ad usare un terminale Linux.

Per questo, al liceo ho scelto proprio una scuola che avesse anche informatica tra le varie materie proposte.

Tuttavia, le mie aspettative su cosa avrei imparato alle superiori in ambito informatico sono state presto deluse. 

Le esperienze più significative le devo alla mia insegnante dell’epoca che aveva riunito un gruppetto di studenti volenterosi per partecipare a qualche hackathon: delle competizioni in cui viene richiesto di sviluppare un progetto in team solitamente nell’arco di una giornata.

La scelta universitaria e l’incontro con start2impact

lavorare come web developer

Finite le superiori, mi sono iscritta ad ingegneria informatica sapendo che la programmazione era la mia strada, ma senza sapere davvero dove mi avrebbe portato o cosa significasse sviluppare un progetto.

Poi, un giorno, mentre prendevo l’autobus da Roma per tornare a casa, ho scoperto start2impact attraverso un video di Marcello Ascani. 

Davanti a me avevo un’estate libera dallo studio e dagli impegni e così, dopo la maturità, ho deciso di iscrivermi.

Qui inizia il mio percorso da Web Developer e il mio approccio alla programmazione ha preso da lì una piega decisamente diversa.

Avevo una direzione, sapevo quali linguaggi servissero per fare cosa, come strutturare progetti reali che non fossero i soliti compiti in classe, ma soprattutto avevo dei feedback da professionisti del settore.

Questo perché in start2impact hai la possibilità di svolgere reali progetti pratici.

Una volta consegnati, entro 7 giorni ricevi una correzione personalizzata da parte del Coach che ti spiega cosa hai fatto bene, cosa invece dovresti migliorare e come farlo!

Il mio progetto preferito, ad esempio, è stato quello in cui ho dovuto progettare una bacheca di trello usando php.

È stato un progetto molto lungo e difficile, ma alla fine sono riuscita a portarlo a termine!

Mi è piaciuto perché non avevo mai realizzato un’applicazione così completa prima d’ora.

Grazie alla spiegazione teorica sono riuscita davvero a mettere su un progetto completo molto simile a trello.

C’era la possibilità di creare un account e di organizzare i task in progetti e liste. Il feedback è stato molto positivo e mi ha dato spunti per i miei progetti futuri.

È stato anche molto utile per capire come funziona php, creare un progetto utile nella vita di tutti i giorni e sfruttare appieno un linguaggio potente come php.

Allo stesso tempo, la cosa più importante che start2impact mi ha dato è stata la Community.

Da studentessa timida ho sempre trovato difficoltà a confrontarmi con altri studenti o a chiedere aiuto, ma dentro la Community ho trovato persone con la mia stessa passione, disponibili ad ascoltare, aiutare e dare feedback.

Come sono diventata Web Developer e le mie prime difficoltà

sono diventata web developer

Ho cominciato a collaborare come freelancer ancora prima di finire il Master in Sviluppo Web e App su start2impact e successivamente ho cominciato a lavorare come Back End Developer per una Startup. 

Iniziare a lavorare ha cambiato drasticamente ogni mia abitudine e ha fatto riaffiorare quella paura di sbagliare che avevo abbandonato nei corridoi del liceo.

All’inizio era difficile far emergere le mie idee nell’ambiente lavorativo, avevo paura che fossero stupide, che qualcuno ci avesse già pensato o di cancellare per sbaglio delle tabelle sul database di produzione. 

Insomma, ero convinta di non essere brava abbastanza, mi auto-sabotavo perché credevo di non meritare quel posto.

Oggi posso dire con sicurezza che mi sbagliavo di grosso. 

Ho imparato che la mia bravura non stava nel ricordare a memoria ogni aspetto dei linguaggi con cui programmo.

Piuttosto, era nel saper riconoscere le similitudini tra questi, nel capire in fretta cosa fa il codice che ho davanti. 

Non sono la Web Developer perfetta e va bene così, in questo mondo spesso si impara più chiedendo aiuto che cercando da soli.

Ho cominciato ad esporre di più le mie idee, senza pensare che fossero le migliori, anzi, spesso mettendole in discussione io stessa.

Una volta presa questa consapevolezza anche la formazione universitaria ha cominciato ad avere più senso. 

Quando ho rivalutato l’utilità dell’Università

lavorare come programmatore

Quando mi sono iscritta ad ingegneria informatica avevo una certezza: “questa laurea non servirà per imparare a programmare”.

Al primo anno ho fatto solo un esame di programmazione, al secondo ce ne erano zero.

In generale, i corsi riguardano l’informatica, ma spaziano in tutti i suoi ambiti. 

All’inizio non capivo a cosa mi sarebbe servito tutto ciò finché, durante la mia prima collaborazione come freelancer da Web Developer, la prima riga di codice che leggo riguardava proprio un argomento studiato.

Il mio approccio agli esami e all’università ha cominciato a prendere una piega diversa.

Non solo perché avevo il doppio degli impegni e la metà del tempo libero da un giorno all’altro, ma anche perché ho cominciato a chiedermi come quello che studiavo potesse avere applicazioni reali.

È ovvio che non sempre questa strategia funzioni, che ci siano esami in cui proprio non ci si ritrova e per cui serve una motivazione diversa per non arenarsi. 

Non si può pretendere di integrare perfettamente formazione personale ed universitaria, ma non vuol dire che sia impossibile.

Ora, più vado avanti nello studio e nel lavoro, più amo il mondo in cui la me 12enne si è imbattuta ormai molti anni fa. 

Sento che il lavoro, l’università e start2impact mi hanno dato modo di costruirmi una sicurezza da spendere in ognuno di questi tre ambiti e che la passione per la programmazione che ho sviluppato nel tempo sia proprio uno dei miei punti di forza.

Conclusione

Vorrei concludere dicendo che, ad oggi, sia dentro che fuori start2Impact mi capita di rispondere alla domanda: “Quanto è difficile lavorare? Formarmi come Web Developer o laurearmi mi garantirà di saper fare tutti i lavori che mi verranno assegnati?”

La risposta è NO.  

Se chi ti assume sa un po’ come funziona una formazione da Web Developer è consapevole del fatto che non saprai fare tutti i task assegnati.

Alcuni ti verranno facili, ma per altri dovrai rimboccarti le maniche e sapere dove cercare le risposte.

Proprio grazie a start2imapct, potrai avere un’ottima rete di contatti pronta ad aiutarti nel momento del bisogno e dei Master accessibili 24 ore su 24 che vengono costantemente aggiornati e che potrai consultare quando lo riterrai più opportuno.


Se anche tu, come Gloria, vuoi iniziare a formarti nel digitale e intraprendere una carriera in questo settore, dai un’occhiata a tutti i Master disponibili in start2impact.