Gloria Chiocci
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Gloria Chiocci: Superare la dislessia e diventare UX designer

Ecco come Gloria è riuscita a prendere 110 e lode alla laurea magistrale e diventare blogger per il Sole 24 Ore e UX designer, nonostante la dislessia.

Sono sempre stata super curiosa e affamata di sapere, dovevo conoscere, approfondire, vedere, provare.

È questa l’energia che trasmette Gloria Chiocci, protagonista di questa nuova tappa del nostro viaggio motivazionale, la rubrica in cui intervisto donne di successo nel mondo del digitale, dell’imprenditoria e della tecnologia, che attraverso la loro esperienza vogliono favorire l’empowerment di altre donne.

Penso spesso che in molte occasioni abbiamo tutte le carte in regola per eccellere ma non ci sentiamo pronte o adatte.

Mentre ci sono persone che nonostante siano nate meno avvantaggiate, ci dimostrano che con la determinazione e la costanza si riescono a superare i propri limiti e raggiungere grandi obiettivi.

È il caso di Gloria, leiha un disturbo dell’apprendimento che consiste nella difficoltà relativa alla capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente, comunemente chiamato dislessia

Nonostante ciò ha conseguito una laurea magistrale con 110 e lode, oggi scrive per Nòva il sole 24 ore e lavora come UX Designer!

La sua intraprendenza l’ha portata ad elaborare un metodo tutto suo che le permette di studiare e lavorare.

Oggi si impegna ad aiutare chi si trova nelle stesse difficoltà.

Scopriamo adesso la sua incredibile storia.

Trarre ispirazione da qualcuno

Gloria Chiocci

A: Oriana Fallaci, per molti un vero e proprio manifesto del coraggio delle donne, è una delle tue scrittrici preferite.

Seppur in contesti differenti, ti rivedi nel suo personaggio?

G: Oriana con la sua intraprendenza ha segnato un’epoca.

Rivedermi in lei è difficile ma quello che posso dire che la sua storia e i suoi libri hanno ispirato delle scelte importanti della mia vita. 

La dislessia

Dislessia e successo

A: Cos’hai fatto per vincere la dislessia ed eccellere nello studio?

G: La dislessia non si vince! Piuttosto a poco a poco ti crei degli escamotage o delle strategie che ti permettano di viverci e conviverci quotidianamente. 

Un altro credo comune è quello di pensare che la dislessia termini con il percorso di studi – scolastici o universitari – ma anche qui purtroppo non è così; se sei dislessico lo sei e sarai a scuola, al lavoro e nella vita

Ogni dislessico è differente e ognuno ha le sue caratteristiche che lo contraddistinguono ed è in grado di fare cose straordinarie, ve lo posso assicurare!

Nel corso degli anni, ho avuto la grande fortuna di conoscerne tanti e di questi un’ampia parte ricopre posizioni di super rilievo: sono imprenditori, startupper, avvocati o CEO di grandi aziende. 

Tornando al mio percorso di studi una buona parte del successo è sicuramente merito del mio carattere.

Sono fortemente determinata, se mi pongo un obiettivo difficilmente mi arrendo!

Oltre a questo, fin da piccola, sono sempre stata super curiosa e “affamata di sapere” dovevo conoscereapprofondirevedereprovare.

Tutte queste caratteristiche unite a un’ottima memoria uditiva e fotografica, alle mappe, al computer, alla legge 170, hanno contribuito al raggiungimento del mio più grande traguardo: la laurea magistrale da 110 e lode

A: Qual è la più importante lezione di vita che hai imparato?

G: Ne ho a decine e ogni giorno potrei dirtene una differente!

Oggi ad esempio ho imparato che bisogna guardare sempre dietro all’ostacolo, anche quando sembra insormontabile o impossibile.

A: L’utilizzo dei colori è fondamentale nelle tue mappe e nel tuo metodo.

Che colore rappresenta questo periodo della tua vita e perché?

G: In verità in questo preciso momento della mia vita ho due colori che mi rappresentano: il rosso come la passione e il verde come la speranza.

A breve vi svelerò perché! 

Aiutare gli altri

Superare la dislessia

A: Come ti senti oggi quando aiuti bambini, ragazzi ed adulti che si trovano nelle tue stesse difficoltà?

G: Mi rivedo spesso in loro, nelle paure e nei timori ma anche nella determinazione e grinta che tirano fuori quando bisogna raggiungere un obiettivo o terminare un percorso. 

Il lavoro

A: Da 4 anni scrivi per Nòva Il Sole 24 ORE.

Che soddisfazione provi nell’entrare in contatto, ascoltare e raccontare storie di Innovatori digitali under 35?

G: È bellissimo guardare negli occhi e ascoltare le storie di chi sta per realizzare o ha realizzato un sogno, il suo sogno!

Dietro a ogni storia che racconto c’è un percorso e dietro a ogni percorso ci sono delle persone, delle speranze e degli obiettivi.

In questi quattro anni ho avuto modo di apprendere davvero tanto.

Ho svolto ricerche su temi che mai avrei pensato e conosciuto realtà fantastiche che molto probabilmente senza il blog non avrei mai neanche sentito nominare.

Un’altra cosa bella che mi ha regalato il blog è vedere quanto la mia generazione – nonostante tutto – ha così tanta voglia di fare, innovare, costruire ma soprattutto mettersi in gioco!

A: Di cosa ti occupi ora?

G: Sono un User Experience Designer (UX), mi occupo di studiare e progettare le interazioni che avvengono tra un utente e un prodotto digitale.

Ricerco soluzioni che siano: semplici, intuitive, inclusive e accessibili per tutti gli utenti.

Mi piace progettare con e per le persone, infatti alla parte di disegno preferisco quella di ricerca e di test con gli utenti.

Tutto chiaro vero?

A parte gli scherzi, l’UX Design in Italia è considerata “una nuova professione” e la domanda di questa figura professionale è in continua crescita!

Se il tema vi interessa o incuriosisce vi consiglio di darci un occhio

A: Nel tempo libero cosa fai? 

G: Seguo tantissime attività, oltre a scrivere e partecipare a eventi e Meetup recentemente sono entrata a far parte del team UX/UI Designer Italia, la più grande community del settore.

Far parte di una community ti permette di avere delle interazioni e dei confronti continui che ti aiutano a crescere sia a livello personale che lavorativo.

Ai giovani e giovanissimi che mi contattano, consiglio sempre di trovarsi una loro community di riferimento, uno spazio dove si sentano liberi di parlare e confrontarsi su un tema che li appassioni. 

Conclusioni

A: Lancia un messaggio a tutte le lettrici, affinché possano mettersi in gioco per realizzare i loro sogni, nonostante i loro limiti.

G: I limiti non esistono!

E se esistono, basta conoscerli e saperli prendere…

Con queste parole si conclude la preziosa esperienza di Gloria, spero sia per voi un invito a conoscere meglio le vostre debolezze e farne un tesoro. 

Solo così potrete andare oltre, più lontano di quanto avrete mai immaginato. 

Alla prossima, 

Arianna



Leggi le storie precedenti della serie:

Marta Ghiglioni: A 26 anni tra le donne più influenti nel digitale

Come ho superato la timidezza e fondato una startup pluripremiata – Mary Franzese

Donne di successo nel digitale – Virginia Tosti



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