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Lavorare nello Sviluppo Web: ho lasciato il mio lavoro per realizzare un sogno

Facevo un lavoro che non mi piaceva e nel frattempo studiavo per realizzare il mio sogno: lavorare nello Sviluppo Web. In questo articolo racconto le difficoltà che ho avuto, compresi i successi e i fallimenti che mi hanno portato dove sono ora.

Mi chiamo Pasquale Giorgio, ho 22 anni e oggi vi racconterò come sono riuscito a realizzare un mio grande sogno: lavorare nello Sviluppo Web.  

Prima di iniziare, mi piacerebbe consigliarvi questa playlist su Spotify che ho preparato per l’occasione, così da favorire la lettura e la scorrevolezza dell’articolo. 

Come tutto è cominciato: il primo approccio allo Sviluppo Web

lavorare nello sviluppo web

Partiamo dall’inizio: avevo 16 anni e mi innamorai di una materia scolastica: l’informatica.

Durante il terzo anno di Ragioneria ad indirizzo informatico scoprì qualcosa di allora completamente sconosciuto: la programmazione.

Inizialmente non capivo assolutamente nulla e alle prime verifiche e interrogazioni prendevo solo insufficienze. Mi sembrava di non essere portato. Ma io non ero uno studente da voti bassi e non riuscivo ad accettare quella situazione. 

Così decisi di impegnarmi tantissimo e nel quadrimestre successivo la situazione si ribaltò completamente: cominciai ad essere tra i più bravi in classe in quella materia, cosa che continuò anche per i successivi 2 anni.

Ma perché vi sto parlando anche di questo?

Perché in quella situazione intravidi per la prima volta il mio “spirito guerriero”, ovvero quella perseveranza che mi porta da situazioni spiacevoli a risultati straordinari.

L’esperienza universitaria

lavorare come programmatore

Finita la scuola superiore mi iscrissi alla facoltà di Informatica dell’Università di Bari (sono pugliese).

Lo ricordo benissimo quel periodo: ero pieno di speranze, di ambizioni e di sogni. 

Ero molto entusiasta e non vedevo l’ora di imparare tutto ciò che poteva servirmi per lavorare nello Sviluppo Web.

Iniziai bene e detti anche i primi esami con successo.

Tuttavia, non era affatto semplice pagarmi gli studi, quindi iniziai anche a lavorare. 

Ad un certo punto ottenni un lavoro full time, che mi pagava discretamente, ma che si prendeva tutto il tempo che avevo a disposizione.

Lavorando tanto, il rendimento universitario iniziò a risentirne. Infatti, non riuscivo più a seguire le lezioni e davo pochi esami ai quali venivo anche bocciato.

L’università andava male. Esame dopo esame, stava crollando tutto.

Anche se avevo un lavoro, non ero felice. Non mi piaceva e per me era diventato un inferno.

Facevo l’impiegato amministrativo, per molte ore a settimana, in un ambiente con costanti conflitti quotidiani ed con uno stipendio anche poco soddisfacente.

C’è una frase che sentii in quel periodo: “Trova il lavoro dei tuoi sogni prima che il lavoro dei tuoi incubi trovi te”

Ecco, pensai proprio che il lavoro dei miei incubi mi aveva trovato.

Mantengo comunque un buon ricordo dell’azienda in cui lavoravo: c’erano colleghi con cui mi trovavo bene e avevo costruito bei rapporti, ma sentivo che non era il mio posto e che non stavo facendo la cosa giusta. 

Arriva fine ottobre del 2019 (terzo anno di università) e vedo il mio resoconto universitario: 5 esami passati su un totale di 18. 

Ero troppo arretrato, non potevo andare avanti. Decisi a mio malincuore di lasciar perdere. 

Stetti malissimo per questo: stavo per perdere ogni speranza e rassegnarmi a quella vita lì, ma poi successe qualcosa.

Aria di cambiamento

start2impact community

Su LinkedIn entrai in collegamento con Claudia Dagnello, attuale Digital Marketing Specialist di start2impact, e in quell’occasione scoprii per la prima volta start2impact.

Vidi tutto quello di cui avevo bisogno per reinventarmi, in un unico percorso: Sviluppo Web, Progetti Pratici, Feedback Personalizzati da esperti del settore ed una Community di giovani appassionati al Digitale.

Non esitai. Di lì a pochi giorni mi iscrissi e cominciai a divorare materiale.

Il mio obiettivo era diventato trovare lavoro nello Sviluppo Web. Non pensavo ad altro dalla mattina alla sera.

Ovviamente non era semplice: gli argomenti erano complessi e non avevo molto tempo a disposizione. Riuscivo a studiare solo nel tempo libero, quindi circa 2/3 ore la sera nei giorni di lavoro e 6/7 ore nel weekend.

Poi arrivò il Covid-19 che, anche se può sembrare assurdo, fu per me una salvezza, in quanto ebbi finalmente tutto il giorno a disposizione per dedicarmi al mio Percorso in Sviluppo Web su start2impact.

In quei 2 mesi feci molti progressi, ma allo stesso tempo capii che era un mondo vasto che richiede tante competenze.

Nonostante ciò, quando a Maggio 2020 dovetti tornare in azienda, iniziai a mandare candidature, con l’obiettivo di non restarci ancora per molto.

Non fu facile iniziare a lavorare nello Sviluppo Web.

Essendo agli inizi come programmatore feci molta fatica a ricevere riscontri dalle aziende, perché apparivo come una figura troppo inesperta. Feci 3/4 colloqui ed andarono male.

Così, a fine Giugno presi la mia decisione: lasciare il lavoro che avevo. 

Vedevo in me delle potenzialità, anche se non arrivavano ancora i risultati. Ero estremamente sicuro che ce l’avrei fatta e l’avrei dimostrato sia a me stesso sia agli altri.

In questo modo, avrei avuto tempo e modo di dedicarmi pienamente allo studio e ai Progetti Pratici di start2impact.

Inoltre, in quel periodo ebbi l’opportunità di collaborare in alcuni progetti paralleli, che mi permisero di mettere qualcosa da parte e fare ulteriore esperienza.

Sentivo di essere vicino al mio obiettivo.

La nascita di Coding Bunker

Tra i tanti vantaggi di start2impact, c’è anche la Community, ovvero un gruppo di ragazzi e ragazze mossi dagli stessi obiettivi e gli stessi valori.

La cosa più bella dell’interagire con gli altri studenti è proprio trovare persone affini con cui condividere il tuo percorso di studi, senza tralasciare vittorie e insuccessi che ne fanno parte e che permettono di crescere.

Fu proprio così che conobbi Ludovico Besana, un Membro della Community di start2impact che, come me, amava lo Sviluppo Web e con cui mi trovai bene sin da subito.

Demmo vita a Coding Bunker, un nostro progetto con l’obiettivo di riunire programmatori con cui condividere interessi e passioni.

Voglio citare la Community perché oltre ad essere una delle cose a cui tengo di più nella mia vita, è stata anche un fattore critico di successo, che tra poco spiegherò meglio.

Intorno a metà Ottobre, fatta un po’ di esperienza (anche se non abbastanza), decisi di focalizzarmi sul trovare un lavoro in un’azienda.

E adesso arriva il bello.

Cominciai a candidarmi ovunque vedevo offerte che potevano permettermi di iniziare a lavorare nello Sviluppo Web.

Mi assicuravo che fossero allineate con la mia posizione, il Front End Developer e cercavo sia su LinkedIn che altrove.

Sembrerebbe una strategia “disperata”, ma in realtà non lo era, in quanto feci il tutto in maniera intelligente.

Mi candidavo solo per posizioni Junior, per cui (più o meno) possedevo le competenze richieste.

Feci ricerche in maniera molto accurata, addirittura usando la ricerca booleana di LinkedIn o altri tipi di ricerche su Google.

Insomma, resi la ricerca di lavoro un po’ un “funnel”.

Inviavo quasi ogni giorno candidature su LinkedIn e altri siti. Di questi, una parte mi rispondeva: si trattava di recruiter con cui facevo prima una chiamata conoscitiva e poi, eventualmente, un colloquio un po’ più tecnico direttamente con l’azienda. 

In questo modo, imparavo pian piano ciò che serviva per “fare colpo” sui selezionatori e quindi riuscivo sempre più a “vendermi” meglio.

Dopotutto, convincere un’azienda ad assumere una persona con scarsa esperienza non è affatto semplice.

L’effetto collaterale: troppe offerte di lavoro

colloquio di lavoro sviluppo web

L’effetto collaterale di questa mia strategia fu che tra fine novembre ed inizio dicembre ricevetti troppe offerte di lavoro insieme.

Feci un sacco di colloqui in quel periodo, addirittura me ne capitarono 3 in 2 giorni!

Tra queste, ci fu un’azienda a cui piacqui e che mi propose ad un loro cliente, da cui però non venni preso. 

Poi, dopo qualche giorno, mi organizzarono un altro colloquio in cui neanche mi fecero neanche parlare: il responsabile mi spiegò in cosa consisteva il loro lavoro e alla fine mi chiese “quand’è che vieni?”. 

Ne fui super entusiasta e ovviamente accettai subito, qui si coronava il mio sogno di lavorare nello Sviluppo Web!

Quindi, quali sono stati i fattori critici di successo?

Ve li spiego subito:

  • Ho capito che sapersi vendere è una skill di vitale importanza: puoi anche studiare tanto, ma se non sai venderti non riuscirai mai a far percepire il tuo valore agli altri;
  • È importante avere una strategia quando si vuole ottenere un risultato.

    Ragionare in questo modo ti fa acquisire una mentalità di “abbondanza”: i rifiuti e i fallimenti ci sono e ce ne saranno tanti, ma fanno parte del puzzle che ti porta al raggiungimento del tuo obiettivo;
  • In ogni colloquio sono stato onesto: ho esposto solo le competenze che avevo.

    Magari su alcune non ero pronto al 100%, ma non esiste un reale momento in cui ci si sente davvero pronti. Ho parlato solo delle competenze che avevo realmente messo in pratica attraverso un progetto pratico, con start2impact o al di fuori.

    La sincerità è apprezzata. Non abbiate paura di dire che non sapete fare qualcosa, è importante che l’azienda sappia chi sta assumendo, senza avere false aspettative;
  • I Progetti Pratici sono stati il punto forte, anche se non avevo esperienza lavorativa pregressa. Come ho fatto? Mi sono buttato lo stesso. Buttarsi è sempre meglio che restare fermi. Anche se fallite, potete imparare qualcosa;
  • C’è un fattore che mi rendeva differente: nel mio portfolio progetti non avevo solo progetti di apprendimento fatti da solo, ma anche in team.

    Per un programmatore, ad oggi, saper lavorare in team è importantissimo. Perciò, essere un Junior che ha fatto già esperienza con Git, ambienti di produzione e staging, organizzazione dei task, metodologia Agile, ecc. fa “innamorare” di te l’azienda a cui ti stai proponendo.

    Io l’avevo fatto in quanto in Coding Bunker abbiamo creato  dei team con cui sviluppiamo progetti open source, per apprendimento o per digitalizzare no profit.

    In questo caso, il consiglio è simulare in qualche modo il workflow aziendale come ho fatto io;
  • Essere Co-Founder e Admin di una community mi ha messo in ottima luce, in quanto ha fatto emergere la proattività e intraprendenza.

    Con questo, ovviamente, non dico che dobbiate necessariamente creare una community, ma ogni iniziativa che abbia anche un minimo di impatto può essere utile.

Cosa mi porto a casa da tutto questo

pasquale giorgio lavorare nello sviluppo web

Parlerei all’infinito di questi argomenti, ma rischio di tenervi troppo tempo e di annoiarvi.

Spero che la mia storia vi sia piaciuta, vi abbia ispirato e vi abbia lasciato dei consigli utili da applicare anche oggi stesso per lavorare nello Sviluppo Web o in qualsiasi altro settore vogliate!

Come avrete potuto vedere, il mio “spirito guerriero” mi ha permesso di conquistare ciò che desideravo. 

Non è stato semplice, mi sono impegnato tantissimo, ho sofferto tanto, ma alla fine ce l’ho fatta.

Adesso lavoro in smart working per un’azienda fantastica che riconosce il mio valore e che in pochi mesi mi ha già inserito su progetti per grandi multinazionali. 

Continuo a gestire la community di Coding Bunker come hobby e mi sento felice e realizzato all’età di soli 22 anni!

So che mi manca ancora tanta strada da fare per diventare il professionista che vorrei, ma adesso sento di essere nel posto giusto al momento giusto e non potrei esserne più grato.

Per raggiungere i propri sogni bisogna continuare a impegnarsi anche dopo tante sconfitte, è proprio qui che entra in gioco la perseveranza. 

Non fermatevi di fronte ai primi ostacoli, continuate a lottare per ciò che volete e vedrete che il tempo vi ripagherà!


Se anche tu, come Pasquale, vuoi intraprendere una Carriera nei Lavori del Futuro, dai un’occhiata ai percorsi offerti su start2impact.


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